Il Toro Scatenato di Scorsese ispira il Can Be Sweet di Alessio Giovannesi

0
810

Il drink di questa settimana è ispirato al Toro Scatenato diretto da Martin Scorsese. Protagonista Jake LaMotta, un forte e tenace combattente, proveniente dal Bronx, il fratello minore Joey è come suo manager. All’inizio Jake è sposato, ma poco dopo, a causa dei numerosi problemi con la moglie il suo matrimonio fallisce. Contemporaneamente LaMotta  inizia l’ascesa  nel mondo del pugilato, aiutato da quegli stessi “protettori”  che all’inizio aveva snobbato. Alla fine, dopo alcuni match, tra i quali quelli con Sugar Ray Robinson, e dopo averne perso intenzionalmente qualcuno,  Jake arriva finalmente a poter contendere il titolo al campione del mondo dei pesi medi.

Nel contempo la sua vita comincia ad essere costellata da grossi problemi, prima quelli di peso, che deve mantenere sotto certi livelli per poter combattere, poi quelli familiari; infatti, nonostante il matrimonio e i figli, Jake è divorato da una forte gelosia, e teme continuamente che la moglie Vicki lo tradisca. Poco prima di un incontro la moglie Vicki fa ingenuamente notare che lo sfidante del marito è un bel ragazzo: i due litigano pesantemente, e durante l’incontro Jake si scatena contro l’avversario, riducendolo in uno stato tale da non poter essere più considerato bello da nessuno.

Nonostante la vittoria del titolo, Jake piomba così ancora di più in uno stato di paranoia, che investe anche gli amici e il fratello; Joey infatti, che aveva sempre fatto di tutto per aiutarlo, fino a fare a pugni per evitare che la cognata si divertisse con dei suoi amici, attira le ire del fratello, che lo sospetta addirittura di andare a letto con la moglie. I rapporti con Joey si fanno sempre più tesi, anche perché quest’ultimo cerca di far seguire una dieta al fratello, finché un giorno Jake lo picchia, in preda a un raptus, scatenato dalla battuta della moglie, esasperata dalla gelosia di lui, sul fatto che lei andasse a letto pure con Joey.

La parabola discendente di LaMotta presto investe anche lo sport, fino a fargli perdere il titolo in un incontro  con il suo acerrimo rivale Sugar Ray Robinson.  rimasto senza l’appoggio del fratello,  LaMotta comincia a ingrassare fino a ritirarsi dall’agonismo dopo pochi anni. Ma nemmeno nel lusso in cui vive, con i figli e la paziente moglie al fianco, riesce a condurre una vita serena; LaMotta compra e gestisce il locale omonimo, trascorrendovi molto tempo, dandosi al divertimento, finché Vicki non decide di divorziare e portarsi via i figli. Jake, rimasto solo, si dedica al suo night club, dove fa l’intrattenitore, ma presto subentrano problemi economici e legali: viene incastrato in un’accusa di sfruttamento della prostituzione, e per racimolare i soldi e mettere tutto a tacere spacca anche la sua cintura di campione del mondo per venderne le gemme.

Il cocktail è composto da:

45 ml Vermouth Del Professore
45 ml Maker’s Mark bourbon infuso al dattero
3 gocce angostura bitter
3 gocce Peychaud’s bitter

Ed ecco il procedimento. Per il Maker’s Mark bourbon infuso al dattero, lasciare riposare 200 gr di datteri in una bottiglia di bourbon per 12 ore e filtrare. Quindi, con la tecnica dello Stir and Strain versare e mescolare tutti gli ingredienti in un mixing glass pieno di ghiaccio per dare la giusta diluizione, fare in modo che il drink arrivi alla giusta temperatura e versare in una coppetta, con un side di amarena.

Il cocktail si chiama ‘Can be sweet’ perché, come nel film, la vita può offrire mille opportunità, ma se non si ha la costanza di mantenere tale fortuna, può diventare un’arma a doppio taglio e La Motta ne è l’esempio, con il suo stile di vita.

Il tutto unendo il sapore del bourbon del Kentucky Maker’s Mark, equilibrato, ricco e vellutato,  con percezioni fruttate, speziate, fresche e piccanti di eucalipto e torta allo zenzero e del Vermouth Del Professore, frutto della joint venture tra il Jerry Thomas Project di Roma e la distilleria Quaglia, prodotto con moscato bianco langarolo, a cui è stato aggiunto alcool purissimo e di raffinata distillazione e una quindicina tra erbe aromatiche e officinali raccolte sui declivi alpini che contornano Torino oltre a delle spezie.

Ad ideare una simile delizia per il palato è stato il barman  Alessio Giovannesi, bar manager del Ristorante Baccano di Roma, entrato in 70ma posizione nella classifica del The World’s 50 Best Bars 2019. La storia del cinema passa anche dalle ispirazioni che riescono a suscitare.

RISPONDI

Scrivi il tuo commento
Inserisci il tuo nome