Alla Festa del Cinema di Roma in arrivo La magia della terra di Alessandro Alicata

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L’importanza della terra e l’ereditarietà di un mondo destinato a scomparire al centro del corto “La Magia della Terra,” del giovane regista Alessandro Alicata, che sarà presentato domenica 19 ottobre, alle ore 19.30, alla ventesima edizione Festa del Cinema di Roma presso lo Spazio Roma Lazio Film Commission dell’Auditorium Parco della Musica.

Prodotto da Cinematica Company e scritto da Francesca Giuliani, il film si sviluppa infatti su due piani narrativi paralleli, attraverso personaggi tra loro differenti, che tuttavia trovano un punto d’incontro.

Da un lato c’è infatti il nonno, interpretato da Jonis Bascir, anziano agricoltore e uomo silenzioso e resiliente, che per tutta la vita ha accettato i sacrifici richiesti dalla terra ma che ora, senza più forze ed eredi, si vede costretto, come tanti lavoratori, a vendere il proprio terreno. Dall’altro lato, i nipoti Andrea, Matteo e Viola, cui danno volto il regista e attore Luca Del Prete e l’attrice Matilde Sofia Fazio, interprete di Angela Florio da giovane ne “I Leoni di Sicilia” e allieva ballerina nell’edizione in corso di “Amici”. Al loro fianco troviamo anche Vincenzo Della Corte e Angelo Faraci.

Tre giovani che, dopo un iniziale rifiuto, riscoprono il valore di quel mondo, decidendo di prendere le redini dell’attività e trovando nella terra una fonte di soddisfazione autentica. Una scelta che comporta sacrifici, ma il peso e la bellezza del lavoro nei campi regala loro la gioia di veder crescere qualcosa di sano e genuino, rimanendo saldamente ancorati alle proprie origini.

Un cortometraggio che parla di vita, relazioni familiari, futuro; ma anche di scelte lavorative diverse e autentiche, quelle che fanno dimenticare la fatica a favore della soddisfazione del risultato. Il focus è sul valore della terra, sul lavoro agricolo, oggi riscoperto da tanti giovani, come un bene radicato nella vita e nel ricordo di un passato felice.

Il racconto è coinvolgente e tocca le corde profonde dell’anima, attraverso immagini di vita dura ma appagante. Si coglie il sacrificio della terra con sveglie all’alba, la fatica fisica senza giorni di riposo, il freddo d’inverno e il caldo d’estate, così come la dipendenza dal tempo e dalle stagioni, e i raccolti incerti. Ma domina il sentimento di soddisfazione del contatto con la natura, il legame con le proprie radici e la propria storia, il piacere di coltivare e nutrirsi di ciò che si produce e, non ultimo, la consapevolezza di tramandare un sapere prezioso.

 

 

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