Cortile Teatro Festival: in scena Gaspare Balsamo con la pièce Horcynus Orca

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Dopo il successo di Valerio Aprea che hai inaugurato la XIV° di Cortile Teatro Festival, diretta da Roberto Zorn Bonaventura è già tutto pronto nello spiazzo della Lega Navale,  in  località Grotte, per accogliere un nuovo grande artista.

Si tratta di Gaspare Balsamo, cuntastorie siciliano, già altre volte protagonista del festival messinese, che racconterà alla sua maniera i pescatori e gli uomini di mare dello Stretto di Messina, legati al romanzo di Stefano D’Arrigo.

Il progetto “Horcynus Orca” di Balsamo nasce e si sviluppa dalla riscrittura di alcune parti del romanzo che in questo 2025 festeggia i suoi cinquant’anni. Proprio per questo la location della Lega Navale, affacciata direttamente sullo Stretto, appare la sede ideale di questo spettacolo.

Così Balsamo racconta la sua “creatura”: «Cunti che girano tutti intorno al tema delle sirene, dei delfini e dei pescatori nelle acque dello Scill’e Cariddi. Nelle trame continue del racconto si lotta per campare e affermare la propria identità e resistenza. I delfini, che per la loro gratuita e irridente ferocia i pescatori dello Stretto di Messina chiamano fere, sono i coprotagonisti speculari dei cunti, e contendono con i pescatori il dominio sul mare. I pescatori, seguendo la loro cultura d’appartenenza che si alimenta delle storie, delle convenzioni e dei riti dell’Opera dei pupi, chiamano magonzesi le fere, cioè traditori, infami da ammazzare e scannare. Ma la battaglia è continua, su tutti i fronti. Tutte le questioni sono di primaria importanza, e come si lotta per fame, si lotta anche per rivendicare la propria cultura: ed ecco ricomparire il delfino/fera sulla bocca dei pescatori che, con i fascisti o con gli ufficiali acculturati, disputano su quale lingua suoni meglio. “Dite delfino e delfino sarà” sentenzia il fascista, che impone con violenza la purezza e l’eleganza della lingua nazionale al suono volgare, gretto e basso del dialetto dei pescatori. In difesa della parola italiana “delfino” l’autorità nazionale e fascista ordina ai pescatori di sillabare il nome del-fi-no».

Balsamo conclude: «Il Mare dei due mari, lo Scill’e Cariddi, lo Stretto di Messina è il campo di battaglia degli eserciti che, schierati l’uno in fronte all’altro, si scrutano come tori inferociti, pronti a perpetrare la battaglia infinita tra bene e male, alto e basso, lingua e dialetto, patruni e sutta, fera e delfino».

Il nuovo appuntamento andrà in scena lunedì alle ore 21.00. Un’occasione per lasciarsi cullare dalle emozioni che scaturiscono da una grande storia.

 

 

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