Un carico di intense emozioni attende il pubblico del Teatro Vittorio Emanuele che domani, alle ore 21.00, vedrà in scena la pièce dal titolo La misteriosa fiamma della Regina Loana, tratta dal romanzo di Umberto Eco pubblicato nel 2004 da Bompiani.
Diretto da Giuseppe Di Pasquale la pièce rappresenta una frastagliata rete di percorsi, eruditi ed esperienziali, che permettono al protagonista della vicenda, Giambattista Bodoni detto dagli amici Yambo, di tentare di ritrovare il senso delle cose dopo una memoria perduta a causa di un incidente che lo aveva bloccato in una specie di coma per svariato tempo.
Eppure, proprio il dedalo non risolutivo che contiene la vicenda di Yambo e dei personaggi collegati alla sua vita, offre una chiave per affrontare con la precisa parola di Eco, la sua tolleranza semantica e la sua voglia di giuoco letterario, un tentativo che attraverso una drammaturgia di genere conduca alla messinscena teatrale della vicenda stessa.
La misteriosa fiamma della Regina Loana è un viaggio nell’assenza: di memoria, di relazione, di identità, di consapevolezza dell’essere e di coscienza di vita. Tuttavia questa mancanza, questa Melanconia, è vissuta come un gioco di costellazioni erudite, una doppia vita di Yambo, quella della memoria semantica, che dovrebbe metterlo in connessione con la memoria episodica dove si sarebbero conservate i frame del suo vissuto, ma di cui egli sembra non serbare alcuna traccia. Il senso che la lettura del romanzo trasmette assomiglia alla possibilità di guardare il protagonista che guarda se stesso dall’esterno di una stanza dove un altro se stesso, diremmo quello vero, è rimasto rinchiuso, e scoprire di volta in volta che dalle finestre di quella stanza egli possa intravedere chi era, cosa faceva, cosa amava o detestava come e cosa vivesse.
Ma c’è un gioco forte dietro questa tessitura colta di incastri, ed è il gioco di una mappatura fumettistica e musicale ad un tempo. Il gioco è la scelta di un possibile linguaggio scenico che emerge dalla possibilità popolare del suo utilizzo e della sua destinazione ad un vasto pubblico come quello teatrale.
La storia è divisa in tre parti: Il risveglio dal primo coma; il ritorno nella casa di Solara; il secondo coma e il suo immaginario risveglio, ma raccolto in due atti.
La struttura ciclica aiuta molto il progetto drammaturgico. Dobbiamo infatti immaginare il personaggio di Yambo con una coscienza straniata teatralmente: egli vive la vicenda del racconto, ma allo stesso tempo la vede vivere e la racconta anche a noi pubblico. Useremo il tipico strumento di straniamento in uso nelle drammaturgie musicali che procedono dagli esempi di Brecht/Weill al musical americano più vicini a noi come All That Jazz o Chicago, fino al teatro di rivista da Wanda Osiris a Garinei e Giovannini.
La struttura drammaturgica è costruita su prosa, canzoni, musica e balletto e i personaggi parleranno, canteranno e balleranno sul filo della storia.
A dare corpo a questa travagliata vicenda un grandioso cast capitanato Ninni Bruschetta, a fianco del quale seguono: Viola Graziosi, Antonello Angiolillo, Cesare Biondolillo, Giulio Di Quilio, Edilge Di Stefano, Chiara Catalano, Gabriella Casali.
Queste le premesse di uno spettacolo che si annuncia denso di infinite emozioni. Lo spettacolo sarà replicato domenica alle ore 17.30.