Teatro Mandanici, 170 anni di storia. Terzo atto

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Continua il viaggio lungo i 170 anni di storia del Teatro Mandanici. Lo scorso 18 novembre è andato in scena il terzo capitolo della storia teatrale di Barcellona Pozzo di Gotto, che si sta svolgendo al Piccolo Teatro Ettore Petrolini, nel corso del quale si sono puntati i riflettori sul mondo dei piccoli teatri, negli anni dal 2000 al 2010. Dopo i saluti istituzionali di Bernardo dell’Aglio, presidente della Genius Loci, si è dato inizio alla serata. A farci vivere la realtà teatrale di quegli anni, questa volta, è stato Francesco Chianese coadiuvato dalla bravissima Sabina Bruzzese,  che ha introdotto così la serata “Il teatro è ricco di elementi, di colori, di numeri, di musica, di parole. insomma, ricco con tanto di doppio petto o pelliccia per rispetto del maestro sul palco. così, accanto al nobile marchese, signore di Rovigo e Belluno, per ironia della sorte, c’è anche il netturbino Esposito Gennaro. Tutto ciò per dire che accanto al teatro opulento c’è sempre un teatro meno ricco, un teatro del popolo. Un teatro dove non si è costretti ad un abbigliamento ad hoc, un teatro dove anche i jeans vanno bene se portati con decoro. Negli anni che vanno dal 2001 al 2010 il teatro barcellonese diede vita ad un lavoro di encomiabile fattura costituito da tanta gioia ma anche da tanti sacrifici, che viaggiando sulla nostalgia del tempo riesce a trasmettere emozioni.

La maggior parte dei lavori fu rappresentata nel Teatro dei Salesiani oggi Teatro Vittorio Currò che per lunghi anni fu l’unico teatro attivo di Barcellona. Proprio in questo teatro mossero i primi passi grandi nomi che adesso rappresentano la storia del panorama teatrale barcellonese. ricordiamo qui solo alcuni spettacoli dell’epoca. il pubblico dell’oratorio e l’intera cittadinanza barcellonese fu spettatore del Sebastiano di Nardona, diretto da Franco Cutroni e interpretato da Domenico Arcoraci nel quale vennero pure rinnovate le scenografie che riproducevano con fedeltà le catacombe romane.

Un lavoro che nasceva dal desiderio di riportare in scena uno spettacolo già rappresentato sul sagrato della Basilica di San Sebastiano, per la regia di Michele Stilo e interpretato da Alberto Lupo e Lidia Tozzi. Nello stesso periodo andò in scena La Casa degli Inutili scritto da Saverio Castanotto per la regia di Giovanni De Pasquale. Anche questo fu uno spettacolo che vide diverse edizioni nel corso della storia del teatro Barcellonese. A partire dal 2001 il teatro Barcellonese è presente negli storici teatri di Taormina e Tindari, grazie al Teatro dei due mari con Giuseppe Palmieri è Antonio Solinas; in scena diversi giovani come il compianto Matteo Abbate, un giovanissimo Dario Fichera e Giuseppe Pollicina, che fu anche aiuto regista di Alberto Cagnavi. Nel 2001 Francesco Chianese, Matteo Gentile e Tindaro Porcino fondarono l’Associazione Nauroco, che l’anno dopo cambiò il nome in Associazione Artistico Culturale Ettore Petrolini, la quale nel 2002 esordisce sul palco del Teatro Vittorio Currò con un lavoro scritto e diretto da Francesco Chianese dal titolo Guai a lu poveru fattu riccu, una commedia che negli anni ha girato tantissimi teatri nazionali ricevendo diversi riconoscimenti. Continua in quegli anni la magia del musical portato avanti dal gruppo  Savio Arte che, capitanato da Giusy Pino, mette in scena, tra gli altri, La Bella e la Bestia. Nel 2003 all’Arena Stilo, alias Arena Montecroci, sbarca uno spettacolo che vede in scena 135 elementi tra attori e ballerini: lo spettacolo è il Gobbo di Notre Dame. Sul palco Salvatore Bertè nel ruolo di Quasimodo, Silvia Pianezzola nei panni di Esmeralda e Giuseppe Pollicina nel ruolo di Frollo e tanti giovani barcellonesi.

Mille sono i lavori di questo periodo estremamente fertile realizzati dal teatro barcellonese  come Le pillole di Ercole, Luna blu, Uno sguardo  dal ponte, Il canto di Natale di Dickens e poi ancora Camere con crimini, Il tuono di marzo, Sister Act, tutti diretti da Giuseppe Pollicina e interpretati da giovani attori che sono oggi il futuro del teatro barcellonese. Nel frattempo cresce la realtà del Petrolini. il teatro di Chianese, soprattutto nelle vesti di autore, presenta oltre 40 lavori scritti e messi in scena in tanti teatri locali ma anche oltre lo Stretto. Le sue Decisamente brutta, La vita dei nonni, Megghiu Orbu, Poker servito, Tutto questo per amore, Santuzza me mugghieri hanno fatto girare il nome di Barcellona, da Sciacca a Bolzano. I monologhi scritti da Chianese venivano recitati da numerosi attori in tutta Italia.

Tanta era la voglia di fare teatro e con tanto spirito di iniziativa si cercò un salone da adibire a teatro. Fu così che Il Papocchio divenne la prima abitazione del Petrolini e da sede fatiscente si trasforma in un sogno. Ma le cose belle si sa durano poco, e così d’improvviso Si rende necessaria una nuova abitazione. Si alternano varie sedi, fin quando l’avvocato Domenico Calabrò non propone a Francesco Chianese la direzione artistica del Salon Arte Petraro che in quella sede organizzò varie attività che vanno dal varietà al teatro con laboratori, da rassegne teatrali a recital, come lo spettacolo Mai soli con Marilisa Egitto. Alcuni anni dopo vi è un nuovo trasferimento, e grazie a Suor Marilena Mercurio si passa al Teatro delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Anche qui vi sono stagioni ben riuscite; poi il successivo passaggio a Olivarella e si parte per una nuova avventura. Per qualche anno l’Associazione Petrolini ha soggiornato a Porto Salvo in una sede gentilmente offerta dalla famiglia Iannello.

Proprio nel vicolo adiacente alla sede è sorto un piccolo teatro all’aperto con una storia artistica di tutto rispetto, dove l’Associazione Petrolini si è più volte esibita. Porto Salvo è comunque nota per avere un piccolo teatro e una storia artistica molto interessanti. Stanca di questi continui traslochi la Petrolini decide di dare il via alla creazione di un teatro tutto suo ed è così che diventa un piccolo teatro barcellonese. Il Piccolo Teatro Ettore Petrolini oggi è la realtà teatrale più recente in città. Fatica, impegno, professionalità hanno fatto nascere, grazie alla testardaggine e all’amore per l’arte, una realtà che, nel suo piccolo, cerca di portare cultura a Barcellona, offrendo lo spazio a misura d’uomo a quanti sentono la necessità di presentare la propria arte”.

Dopo questa doverosa pagina di storia teatrale il terzo atto dei 170 anni del Teatro Mandanici, si è concluso con gli spettacoli che hanno fatto storia al Piccolo Teatro Petrolini: Madame Kathrine interpretato da Lory La Spisa e Matteo Gentile; Single interpretato da Sofia Saporita; Ho ancora tempo, brano scritto e interpretato da Francesco Chianese; Sul treno interpretato da Martina Parisi e Sofia Saporita; Folle? No, solo me stesso.

La  serata è stata ulteriormente impreziosita dalla musica dei Maestri Dario Pino e Carmen Mazzeo.

L’appuntamento con il quarto e ultimo capitolo dei 170 anni del Teatro Mandanici è fissato per domani, venerdì 25 novembre, alle ore 19.00, sempre al Piccolo Teatro Ettore Petrolini di Barcellona Pozzo di Gotto.

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