Cresce l’attesa per l’XI° edizione di Rendez Vous

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Sous le ciel d’Alice, un film de Chloé Mazlo - Avec Alba Rohrwacher (Alice), Wajdi Mouawad (Joseph), Isabelle Zigondhy (Mona), Odette Makhlouf (Amal), Hany Tamba (Georges), Maria Tannoury (Mimi), Jade Breidi (Rima), Ziad Jallad (Selim), Cherbel Kamel (Wald) et Cécile Moubarak (Raymonde) - Hélène Louvart DOP

E’ tutto pronto per accogliere l’XI° edizione di Rendez Vous, il Festival del nuovo cinema francese che da domani, e fino a domenica 13 allieteranno le giornate romane  con prime visioni assolute al Cinema Nuovo Sacher, e con selezioni speciali alla Cineteca di Bologna e al Cinema Massimo di Torino.

«È con grande piacere vedere le sale riaprire e salutare la nuova edizione del Festival Rendez-vous pronto ad accogliere un pubblico affezionato e fedele. I legami cinematografici tra Italia e Francia, sono sempre più forti e, in questo momento di rinascita, saranno da volano a nuovi progetti cinematografici tra i nostri Paesi», con queste parole l’Ambasciatore Christian Masset, saluta la XI edizione della manifestazione. Dopo lunghi mesi segnati dalla chiusura dei cinema nel mondo, UniFrance è lieta di poter presentare al pubblico italiano, così fedele al cinema francese, una selezione delle migliori produzioni francesi a Roma, Bologna e Torino. Siamo felicissimi che i nostri film e i nostri artisti stiano finalmente ritornando in sala, specialmente in Italia, un paese che ci è così caro», gli fa eco Daniela Elstner, direttrice generale di UniFrance.

Quest’anno il festival mette al centro della scena le DONNE DEL CINEMA FRANCESE, offrendo una panoramica di cineaste e attrici, volti noti ed esordienti, per un’istantanea di un cinema creativo, vitale, plurale.

Giunto all’XI edizione il festival si caratterizza per la promozione di un cinema istintivo, che si fa inchiesta controcorrente sull’esistenza, non disdegnando la miscellanea di generi e toni, seguendo i personaggi che vagano, ma ben consapevoli della direzione dei loro desideri, in piena trasformazione. Se è vero che la memoria ha un futuro, una decisa, forse involontaria, aspirazione alla rinascita percorre le storie di questa edizione, con un cinema che già si pensa post-pandemico, indicando strade, incontri possibili, rispolverando quei valori, prima di tutti la relazione con l’altro, come strumenti per orientarsi in un inedito presente. A parlare sono figure di antieroi che eroi lo diventano nel terzo atto, come a dire che non c’è mai un fuori tempo massimo.

Nella programmazione scopriamo voci nuove, perlopiù di cineaste, accanto agli autori più noti, con una ricognizione di opere, pluripremiate, che vengono direttamente dalla Selezione di Cannes 2020, da Venezia 77, alcune delle quali sono presentate in anteprima internazionale, ancora non uscite in terra francese. In questo insieme di opere, accomunate da una grande vitalità creatrice, dal forte ancoraggio nel contemporaneo e dall’imperativo di sfuggire agli stereotipi del consueto, il nostro focus speciale non poteva non essere dedicato a una interprete intensa e versatile come Emmanuelle Béart, che non ha mai smesso di andare controcorrente, di vivere con intensità e consapevolezza il nostro tempo e di mettere la sua notorietà al servizio del sociale.  Attivista per numerose campagne umanitarie e ambientaliste, da ambasciatrice per l’UNICEF a militante per i diritti dei sans papier.

L’attrice sarà a Roma per presentare, in anteprima nazionale, il suo ultimo film L’ÉTREINTE, al fianco del regista Ludovic Bergery. L’opera prima dell’attore riporta sullo schermo l’attrice, dopo un lungo periodo in cui ha consacrato il suo lavoro al teatro. Abbiamo la gioia di ritrovarla in un ritratto di donna vedova alle prese con la sua «seconda vita», tra solitudine e riappropriazione del proprio corpo e una liberazione che ha il sapore di un’autentica rinascita.

Per il focus dedicato, il pubblico romano riscoprirà sul grande schermo UN CŒUR EN HIVER | UN CUORE IN INVERNO, il magnifico film del 1992 di Claude Sautet. Sulle musiche di Ravel, una raffinata e dolente storia d’amore e d’amicizia con tre straordinari protagonisti: Emmanuelle Béart, Daniel Auteuil e André Dussollier, un gioco dei sentimenti valso a Sautet il César per il miglior film e il Leone d’Argento alla regia a Venezia 49, e poi tre David di Donatello (miglior film straniero, migliore attrice straniera a Béart e miglior attore straniero ad Auteuil).

Ad aprire l’XI edizione della manifestazione è ANTOINETTE DANS LES CÉVENNES | IO, LUI, LEI  E L’ASINO di Caroline Vignal. La commedia neo-western femminista ha entusiasmato il pubblico e la critica francese che ha valso   alla protagonista il César per la migliore attrice 2021.

Al centro di questo racconto di emancipazione, brillante e solare, che strizza l’occhio alle commedie di Éric Rohmer, l’imprevedibile viaggio sul cammino di Stevenson della buffa Antoinette alle prese con il suo mal d’amore. Una volta arrivata nella cornice dei magnifici paesaggi montuosi del Midi, la donna non troverà traccia del suo amante, ma si ritroverà a tu per tu con Patrick, un asino recalcitrante che l’accompagnerà in un viaggio molto singolare.

A presentare a Roma in anteprima italianaPASSION SIMPLE | L’AMANTE RUSSO – Label Cannes 2020 – sarà la regista Danielle Arbid. Protagonista del film: l’intensa e magnetica Laetitia Dosch, astro nascente  del cinema francese.

Passion simple è l’adattamento del libro omonimo di Annie Ernaux, pubblicato nel 1992, un racconto autobiografico che aveva fatto scandalo per il suo timbro erotico e sovversivo. Al centro del film l’esplorazione dei limiti di una relazione impossibile, quella vissuta da Hélène (Laetitia Dosch), una intellettuale, docente universitaria e madre divorziata, e Alexandre (Sergei Polunin), diplomatico russo sposato. Danielle Arbid, con intensità e sensualità, traduce in immagini l’erranza di una donna in preda al potere del proprio desiderio. Passion simple è distribuito in Italia dal 17 giugno da Kitchen Film, che aveva già portato nelle sale italiane Dans les champs de bataille della stessa regista.

Quando si parla di Cergy-Pontoise non si dice periferia, ma città nuova: è a 40 chilometri da Parigi, e nelle belle giornate si può persino vedere la Tour Eiffel. È un luogo spuntato fuori dal nulla, senza memoria, che però ha saputo accogliere gente da tutto il mondo. Un incontro delicato e poetico tra cinema e letteratura.

Dopo l’esordio con La Belle et la meute, sulla lotta e il calvario burocratico di una donna tunisina vittima di violenza, continua a provocare il cinema della regista Kaouther Ben Hania che con L’HOMME QUI A VENDU SA PEAU | L’UOMO CHE VENDETTE LA SUA PELLE, realizza una favola politica, audace e sofisticata. La storia racconta le rocambolesche vicende di Sam Ali, un siriano esiliato in Libano. Per raggiungere il suo amore in Europa, accetta di farsi tatuare la schiena da un diabolico artista, ma trasformare il suo corpo in opera d’arte si rivela una decisione che gli costa la libertà. Candidato all’Oscar 2021 come miglior film straniero, il film vede nel cast Yahya Mahayni, miglior attore a Venezia 77 nella sezione Orizzonti, e un’inedita Monica Bellucci nel ruolo di una gallerista senza scrupoli.

A presentare il film a Roma, e poi a Bologna e Torino, il protagonista Yahya Mahayni. Il film esce in sala a fine agosto con Wanted Cinema. Il PREMIO France 24 – Rendez-vous 2021 di quest’anno va all’esordio eccellente SOUS LE CIEL D’ALICE a firma della giovane regista Chloé Mazlo, che presenta a Roma la sua opera prima in anteprima italiana. Selezionato alla 59* Semaine de la Critique di Cannes 2020, il film vede protagonista Alba Rohrwacher. La storia comincia negli anni Cinquanta, quando la giovane Alice (Rohrwacher) lascia la Svizzera per il Libano. Alice non si innamora solo del Paese ma anche di Joseph, ambizioso astrofisico che sogna di inviare il primo cosmonauta libanese nello spazio. Dopo qualche anno di felicità, la guerra civile incrina il paradiso che la donna si è costruita e cerca di proteggere con tutte le sue forze. Segnalatasi con l’animazione Les Petits Cailloux – Premio César per il migliore cortometraggio nel 2015 – Chloé Mazlo, con il suo debutto, introduce nel racconto alcuni intermezzi onirici animati, servendosi della tecnica della stop motion, traducendo i suoi ricordi familiari in un poetico equilibrio tra fantasia e melanconia.

Ci porta in viaggio nei Balcani la regista Aude Léa Rapin con LES HÉROS NE MEURENT JAMAIS, la sua opera prima nella quale dimostra di saper padroneggiare con levità un melange sottile e abile di registri, giocando del limite tra finzione e documentario.  La storia racconta di un viaggio e di un incontro. Joachim (Jonathan Couzinié) è un attore, Alice (Adèle Haenel) una regista. Una mattina, in una strada di Parigi, un uomo scambia Joachim per un soldato chiamato Zoran, morto in Bosnia il 21 agosto 1983: lo stesso giorno in cui è nato Joachim. Turbati dalla coincidenza, i due decidono di partire per i Balcani: vogliono ritrovare Zoran e girare un film sulla reincarnazione. Passato alla Semaine de la Critique di Cannes 2019, il film è una riflessione coraggiosa, divertente e originale sulla paura della morte e i fantasmi della guerra, in bilico tra mockumentary e road movie, dolore e incanto.

Alla voce commedia il cinema francese, negli ultimi anni, non ha mancato di stupirci e di raccogliere il favore del pubblico con storie originali che hanno saputo declinare il genere in maniera sempre originale e innovativa. Se come scriveva Molière «è una strana impresa far ridere la gente onesta», la questione del comico, resta prima di tutto un fatto d’autore. Per rendere conto di questa panoramica, il programma comprende tre commedie d’autore.

Sarà Jean-Paul Salomé a presentare a Roma, dopo l’anteprima bolognese al Biografilm, LA DARONNE | LA PADRINA, una commedia, insolente e brillante, a firma del regista francese, con una sempre più sorprendente Isabelle Huppert.

Patience fa da interprete delle intercettazioni telefoniche per la squadra antidroga di Parigi. A differenza del nome che porta, è stufa della sua vita e di quel lavoro malpagato. Quando intercetta i traffici del figlio di una donna a lei cara, si intrufola nella rete dei trafiquants per proteggerlo. Si ritrova tra le mani un carico di droga e non si farà sfuggire l’occasione! Dal romanzo La bugiarda di Hannelore Cayre, Salomé dirige una delle più grandi attrici di sempre in un’imprevedibile commedia poliziesca che gioca sull’illusione delle seconde possibilità.

Il film sarà nelle sale dal 14 ottobre, distribuito da I Wonder Pictures. Nicolas Maury, la star della serie Chiami il mio agente!, presenta a Roma, in anteprima nazionalela sua opera prima: GARÇON CHIFFON.

Nel film Maury è Jérémi, un attore che fatica a far decollare la propria carriera, e la cui vita sentimentale non va meglio, rovinata dalle sue continue crisi di gelosia. Sfinito, decide di lasciare Parigi e di ritornare al suo paesino in campagna, dove cerca di rimettersi in sesto tra le braccia della madre (Nathalie Baye). La commedia, brillante e commovente, gioca sul terreno del racconto di formazione, con una scrittura intelligente e ricca di sfumature che si tiene in perfetto equilibrio tra comicità e malinconia.

Nella panoramica, non poteva mancare il cinema eccentrico ed esilarante di Quentin Dupieux. Direttamente dalla Mostra del Cinema di Venezia 77, arriva a Roma: MANDIBULES – DUE UOMINI E UNA MOSCA.

Conosciuto con lo pseudonimo di Mr. Oizo per la sua attività di produttore e DJ e per film surreali come RubberWrong e Le Daim, Dupieux ci regala ancora un film esilarante, al limite dell’assurdo, un racconto spumeggiante e liberatorio sull’amicizia, dove la leggerezza è un modo per sopravvivere, nonostante tutto. La storia segue le vicende di due amici squattrinati: Jean-Gab e Manu, due scemi (e più scemi), partiti in missione per conto di un misterioso cliente: devono consegnare una valigetta in cambio di cinquecento euro. Nel rubare una vecchia auto per il viaggio, trovano nel cofano una mosca gigante. Decidono di addestrarla al furto, con il sogno di diventare ricchi. Lungo la strada si imbatteranno in una serie di avventure tragicomiche sullo sfondo di un’estate in una Costa Azzurra che somiglia alla California. Solo la stravagante Agnès (Adèle Exarchopoulos) si accorgerà del loro segreto. Dupieux regala all’attrice un inedito e riuscitissimo ruolo comico. Il film sarà nelle sale dal 17 giugno, distribuito da I Wonder Pictures.

Sul fronte animazione sbarca a Roma JOSEP di Aurel, presentato dal festival in anteprima nazionale, insignito con il César 2021 come miglior film di animazione.

La storia parte nel febbraio del 1939, quando, travolto dal flusso dei repubblicani in fuga dalla dittatura di Franco, il governo francese rinchiude i rifugiati spagnoli nei campi di concentramento. In uno di questi, due uomini diventano amici: uno è un poliziotto, l’altro è Josep Bartolí, militante antifranchista ed eccezionale disegnatore.

Il fumettista Aurel (ovvero Aurélien Froment, già illustratore per Le MondePolitis e Le Canard enchainé) debutta alla regia con un’animazione scritta da Jean-Louis Milesi, sceneggiatore di tanti film di Robert Guédiguian: l’incredibile storia vera di Bartolì, l’illustratore-viaggiatore che riuscì a scappare dal campo e a raggiungere il Messico, dove incontrò e sedusse addirittura Frida Kahlo. Un’opera potente per il soggetto e per la poesia visiva, che rafforza il realismo della storia di partenza, ed emoziona senza sentimentalismi.

L’abbiamo conosciuto in Italia con Les Anarchistes, il film in costume in cui ritrae un anarchico tra ragione e sentimento, il regista Elie Wajeman, al suo terzo lungometraggio, in MÉDECIN DE NUIT si cimenta con il noir, il genere per eccellenza del cinema francese.

Colpo di fulmine della Selezione Ufficiale di Cannes 2020, il film, non ancora uscito nelle sale francesi, è presentato al festival in anteprima nazionale. A condurci per mano in questo intenso e serrato noir è l’ottimo Vincent Macaigne, tra gli attori più interessanti degli ultimi anni. La storia segue la vita turbolenta di Mikaël, medico di guardia durante i turni di notte. Un uomo che non si risparmia, cura i pazienti dei quartieri difficili e visita anche quelli di cui nessuno si occupa: i senzatetto e i tossicodipendenti. Diviso tra la moglie e l’amante, trascinato dal cugino farmacista in un pericoloso traffico di false ricette, la sua vita è un disastro. Mikaël non ha più scelta: deve riprendere in mano il suo destino, tutto in una notte.

 Un festival tutto da bere.

 

 

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