Conversando con…Barbara Fiorio

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La settimana scorsa  è stata inaugurata la sezione Consigli di Lettura.  A tagliare il nastro di questo nuovo angolo dedicato alla lettura è stata la scrittrice Barbara Fiorio con il suo C’era una Svolta, un volume che racchiude le più belle fiabe nella loro versione originale, alle quali si aggiungono altre fiabe  poco conosciute. Ma qual è il potere  delle fiabe ai  giorni nostri? Ce lo racconta Barbara Fiorio in quest’intervista.

Intere generazioni di bambini sono cresciute ascoltando le fiabe di Perrault, Andersen, Grimm, attraverso le quali hanno potuto comprendere pienamente la differenza tra bene e male. Ma al giorno d’oggi, secondo lei, assolvono ancora questo compito?

Le fiabe assolvono al compito di nutrire l’immaginazione, di allargare i confini, di incontrare la narrazione e imparare a farsi trasportare da lei, di aprire i propri orizzonti mentali, di sollecitare la fantasia. E contengono, in forma semplice, ciò che è la vita: il bene, il male, il giusto, l’ingiusto, i buoni, i cattivi, le vittorie e le sconfitte. Quindi sì, certo che assolvono ancora a questo compito. I bambini di oggi sono diversi, è vero, ma le fiabe sono le fiabe, sono un mondo magico e incantato senza tempo, e noi che le leggiamo o raccontiamo dobbiamo consegnargli le chiavi per entrare. Con le fiabe di oggi e con le fiabe di ieri.

Dal libro alla trasposizione cinematografica Disney a volte le fiabe hanno subìto una parziale riscrittura, si pensi alla Cenerentola dei Fratelli Grimm o alla Sirenetta di Andersen. Se fossero arrivate a noi nella loro versione originale come pensa sarebbero state accolte dal pubblico?

Come degli horror spaventosi. Il linguaggio cinematografico è visivo, quello della narrazione orale è privo di immagini, l’effetto è molto diverso. Quando racconto ai bambini che le colombelle amiche di Cenerentola hanno strappato gli occhi alle sorellastre, loro fingono di inorridire ma ridacchiano molto. I bambini hanno un forte gusto del macabro, che però si godono se si sentono al sicuro, se ne possono ridere senza sentirsi in pericolo. Se mostro su uno schermo delle colombelle che strappano i bulbi oculari alle persone, l’effetto è decisamente diverso, al limite del traumatizzante.

Io, in C’era una svolta, gioco sul fatto che le fiabe vere non hanno molto a che vedere con i film della Disney, ed è vero, ma va anche detto che per tradizione le fiabe classiche sono passate di bocca in bocca per millenni (davvero: millenni) e sono ovviamente cambiate a seconda di chi le raccontava, quando e dove. Le versioni di Disney sono una versione in più che si aggiunge alle centinaia già esistenti, se ci riferiamo alle fiabe nate nella tradizione orale popolare (come Cenerentola ma non come la Sirenetta che invece nasce dalla penna di Andersen a metà del 1800).

Sono cresciuta anche con i film della Disney e li ho amati molto, li amo ancora, ma mi spiace che ormai genitori e bambini non conoscano più le fiabe classiche al di fuori delle versioni disneyane. Ecco, questo è un peccato a cui ho cercato, nel mio piccolo, di rimediare con la mia chiave ironica.

Nel suo libro dal titolo C’era una Svolta, edito da Morellini, c’è una sezione dedicata alle fiabe poco note, che però hanno un fascino non indifferente. E allora cos’è che non ha funzionato?

Chi lo sa. Forse i protagonisti sono meno affascinanti di principi, principesse, streghe, fate e bambini abbandonati nei boschi. Ci sta.

Dopo la fiaba qual è il genere letterario che consiglierebbe a un bambino già grande ma non ancora entrato nella fase dell’adolescenza per non abbandonare la lettura?

I libri di avventura, i romanzi fantasy e tutto ciò che lo ispira. Il miglior modo per far odiare la lettura ai bambini è costringerli a leggere o scegliere un libro per loro. Il miglior modo per fargliela amare, è leggere davanti a loro, trasmettere, senza essere “didattici”, l’amore per i libri e lasciarli liberi di scegliere. Al massimo si può chiacchierare parlando di storie che ci hanno affascinato, magari gli viene voglia di scoprirle.

A casa mia ci sono sempre stati libri, ho sempre visto i miei genitori e i miei nonni leggere e quando andavo con papà in libreria mi lasciava libera di scegliere un libro che volevo, senza controllarlo. “I soldi spesi per i libri non sono mai sprecati”, diceva ogni volta.

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