Il rasoio di Occam torna sul palco del Clan Off Teatro

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Ultime ore d’attesa per  “Il rasoio di Occam”,  spettacolo prodotto dal Clan degli attori, che stasera e domani  torna sul palco del Clan Off Teatro alle ore 21.30.

 Lo spettacolo, frutto dell’incontro drammaturgico tra Giusi Arimatea e Giovanni Maria Currò,  torna negli spazi di via Trento, dopo aver riscosso gran favore di pubblico e critica al debutto. 

La pièce racconta la storia di  tre uomini rappresentati dagli attori Alessio Bonaffini, Tino Calabrò e  Mauro Failla – alle prese con una realtà sempre sul punto di travolgerli. Tra le note delle ultime hit del momento a dimenarsi inconsapevolmente tra ciò che sembra e ciò che realmente è.  Ad accompagnare la narrazione le voci di Antonio Alveario, Ivan Giambirtone ed Elisabeth Agrillo.

Dalla radio arrivano anche al Sud i fatti che il 9 maggio 1978 segnarono l’Italia. E nel palcoscenico della grande storia si innesta quella infinitamente piccola di tre uomini, ciascuno con un passato da dimenticare e un futuro ancora da scrivere. Tutto quanto direttamente o trasversalmente li investe necessita una spiegazione. La teoria del rasoio di Occam, principio metodologico enunciato dal monaco inglese Guglielmo di Occam, propenderebbe per quella più semplice.

 Lo spettacolo ripercorre in modo frammentario la storia degli  anni Settanta, durante i quali i tre  protagonisti della storia non sono altro che lieti strascichi della nostra memoria. Così ripercorriamo la storia del ritrovamento del cadavere di Aldo Moro in via Caetani il 9 maggio 1979, nella Renault 4 rossa che diventò il simbolo degli anni di piombo. Una morte eccellente a catalizzare l’attenzione di un’Italia intera. Ed è grazie alla radio che la cronaca nazionale irrompe in un tipico salone da barba del Sud, ove la grande storia per qualche ora si mescola a quella infinitamente piccola di tre uomini alle prese con una quotidianità all’apparenza tranquilla e acque interiori sempre sul punto di travolgerli. Tra le note delle ultime hit del momento, contraltare alle disarmonie dell’esistenza, inconsapevolmente ci si dimena tra ciò che sembra e ciò che realmente è. A quanto pare braccati, eppure liberi per la prima volta di essere. Ognuno ha un passato da dimenticare e un futuro in parte da scrivere. Tutti parimenti distanti da quel mare che è a un passo, inafferrabile fantasma della vita e limes innanzi al quale arrendersi.

L’isolamento che per taluni vuol dire salvezza per altri è una trappola. E lì mette radici e prospera la frustrazione. Lì sfumano i confini della grande storia e rimane l’uomo, un mondo in miniatura. Unico ponte possibile tra gli individui la parola, atto politico per eccellenza, arredo dei luoghi disabitati dell’anima. Tutto quanto, in una mattina qualunque, direttamente o trasversalmente investe i tre uomini necessita allora una spiegazione: la teoria del rasoio di Occam propenderebbe per quella più semplice.

Uno spettacolo all’apparenza tranquillo che travolgerà lo spettatore con le sue infinite emozioni.

La pièce sarà replicata anche domenica alle ore 18.18.30.

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