Il Teatro Vittorio Emanuele ospita il vernissage di Bruno Samperi

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Domani, alle ore 18.00, nei saloni espositivi del Teatro Vittorio Emanuele di Messina, nell’ambito del progetto “L’Opera al Centro” curato da Giuseppe la Motta, verrà inaugurata la mostra di Bruno Samperi con la presentazione critica di Mosè Previti. All’evento prenderanno parte il Presidente Orazio Miloro e i consiglieri d’amministrazione.

L’artista messinese Bruno Samperi  è molto noto nell’ambito dei collezionisti. Samperi è ed è sempre e stato, un artista molto coerente con la sua volontà e con le sue idee, un artista intensamente romantico, intensamente innamorato dell’arte intesa come vita.

 L’intensità di questa passione è testimoniata da una produzione ininterrotta che dalla fine degli anni ’50 arriva ai giorni nostri, oltre che dalla libertà assoluta con la quale l’artista  amministra e gestisce il suo lavoro.  Organizzare una sua  mostra di Bruno Samperi è un’impresa. Samperi rifiuta la definizione di “artista” e preferisce di gran lunga quella di “artigiano” se non addirittura di “apprendista artigiano”. In più occasioni mi ha riferito che considera la sua opera come il frutto della storia di tutte le opere prima di lui, oltre che dei suoi incontri personali. Di fatto, l’arte di Samperi si nutre di innumerevoli influssi che dall’espressionismo, passano per l’astrattismo, fino ai maestri del Seicento europeo. Ma la pittura di Samperi è sempre totalmente libera, sempre felice, spontanea nei generi che l’artista attraversa continuamente: autoritratto, natura, paesaggio, etc.

La natura è l’elemento centrale della poetica di Samperi, la matrice, il soggetto che ritrae e l’oggetto ritratto, il pittore e la tela, il cavalletto, la sedia. Ogni cosa è natura ed è legata all’artista dall’identica energia che anima il mondo: le sue opere ne sono totalmente impregnate. La sua pittura vibra, a volte di drammatica inquietudine, a volte di esplodente gioia di vivere, a volte di un dolce chiarore in grado di far splendere gli oggetti nella penombra. Certo è il “ductus”, il tratto samperiano, la sua mano di pittore che genera questa vibrazione ma essa dipende da un’empatia profonda, totale, con tutto ciò che esiste, ed è la sua fremente accettazione che affascina, che seduce l’occhio dello spettatore. Non ci sono molte spiegazioni possibili, per quanto il critico possa cercare di affondare il bisturi, Samperi rimane infrangibile nell’ariosa e fascinosa potenza della sua pittura.

Evento imperdibile, dunque, per conoscere i tumulti segreti dell’animo di un grande artista.

La mostra potrà essere visitata tutti i giorni, escluso il sabato e la domenica, dal 27 settembre all’8 ottobre, nelle fasce orarie 10.00 -13.00 / 16.00 – 19.00.

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